Oggi 4 aprile compie 60 anni l’attore Marco Giallini, uno dei principali volti del cinema italiano. E anche del piccolo schermo, grazie al ruolo di Rocco Schiavone nella fortunata e omonima fiction Rai. Candidato per sei volte ai David di Donatello e vincitore di tre Nastri d’argento, Giallini è considerato una sorta di late bloomer, vista la grande popolarità raggiunta solo in tempi recenti. Ma in realtà l’attore romano recita da una vita.
L’inizio della carriera: tanto teatro e qualche parte al cinema
Nato in una famiglia operaia e poco propenso agli studi, da ragazzo svolge diversi lavori, come l’imbianchino e il venditore di bibite. A 22 anni la scoperta del teatro e della recitazione, affinata frequentando la scuola teatrale La Scaletta di Roma. Dopo una piccola parte in Rorret, film del 1987 diretto da Fulvio Wetzl, a partire dall’anno successivo lavora con alcuni dei nomi più grandi del teatro italiano, da Arnoldo Foà e Angelo Orlando. Ed è proprio quest’ultimo, al debutto alla regia cinematografica, a riportarlo sul grande schermo con un piccolo ruolo in L’anno prossimo vado a letto alle dieci. Dopo averlo visto a teatro e su imbeccata di Valerio Mastandrea, nel 1998 il regista Marco Risi lo inserisce nel cast de L’ultimo capodanno, affresco corale e grottesco che vede Giallini interpretare il ruolo del marito di Monica Bellucci. Sempre nel 1998 è coprotagonista (con l’amico Mastandrea) de L’odore della notte, film ispirato alle reali vicende dell’Arancia Meccanica, banda di rapinatori che, tra il 1979 e il 1983, mise a segno tra Torino e Roma circa 700 rapine e decine di sequestri di persona.

Il successo sul grande schermo e i riconoscimenti: tre Nastri d’argento
A partire dagli anni 2000, dopo una lunga gavetta, la carriera cinematografica di Giallini comincia a incrociare film e ruoli sempre più significativi. Alex Infascelli lo recluta prima per Almost Blue, nel 2000, e poi per Il siero della vanità, nel 2004. Nello stesso anno Sergio Castellitto lo inserisce nel suo pluripremiato film Non ti muovere, dove Giallini interpreta il ruolo del dottore e migliore amico del protagonista. Successivamente è nel cast de L’amico di famiglia (2006) di Paolo Sorrentino e di Io, loro e Lara (2010) di Carlo Verdone. La vera svolta della carriera arriva poi negli Anni Dieci. Nel 2012 interpreta il ruolo di un poliziotto della celere in ACAB – All Cops Are Bastards, per la regia di Stefano Sollima, ed è nel cast di Posti in piedi in paradiso, ancora di Verdone: per questi due ruoli si aggiudica il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista. Nei due anni successivi è in Tutti contro tutti, Buongiorno papà, Tutta colpa di Freud, Confusi e felici. Nel 2016 è tra gli attori di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese: tutto il cast riceve il Nastro d’argento speciale.

Oggi è per tutti Rocco Schiavone: 60 anni e non sentirseli
Negli ultimi anni lo abbiamo visto in The Place, Non ci resta che il crimine e Io sono Babbo Natale, al fianco di Gigi Proietti nell’ultima interpretazione dell’illustre concittadino, così come in Io sono Tempesta. Ma anche, anzi soprattutto, nei panni di Rocco Schiavone nella serie tratta dalle opere letterarie di Antonio Manzini incentrate su un poliziotto burbero e irascibile, di stanza ad Aosta. Adesso il traguardo dei 60 anni. «Per me è come quando ne avevo 35. Faccio la stessa caciara, dico le stesse cose, vado in motocicletta», ha detto all’Agi in occasione della presentazione della quinta stagione. «Di solito invecchiando si dorme di meno, invece io dormo di più… Faccio come Brad Pitt in Benjamin Button: dormo tanto, mi metto a letto e dormo».
Tag43 vi dà il buongiorno con una scena “cult” di Rocco Schiavone, in cui il vicequestore spiega ai colleghi la sostanziale differenza tra due delle più note espressioni romanesche.