Era il 30 gennaio 1969 quando i Beatles, con il tastierista Billy Preston, sorpresero Londra con un concerto improvvisato sul tetto della sede della Apple Records, al numero 3 di Savile Row. Quarantadue minuti di show, prima di essere interrotti dalla polizia chiamata dai residenti infastiditi dal caos, dal traffico e dalla folla che si era radunata ai piedi dell’edificio. La storica performance venne ripresa dal regista Michael Lindsay-Hogg per il film documentario Let It Be – Un giorno con i Beatles del 1970. Fu l’ultima esibizione dei Fab Four dal vivo. Sebbene la band dai primi di gennaio stesse pianificando un’esibizione live, l’idea del concerto sul tetto fu decisa solo il 26 gennaio durante una riunione alla Apple. «C’era l’idea di suonare dal vivo in qualche posto», ricordò Ringo Starr. «Ci stavamo domandando dove saremmo potuti andare, magari il Palladium o il deserto del Sahara. Ma avremmo dovuto portarci dietro tutta la roba, così decidemmo: “Saliamo sul tetto!”». Nella sua autobiografia intitolata Sound Man, l’ingegnere del suono e produttore Glyn Johns rivendicò la paternità dell’idea.

L’irruzione della polizia e le battute di McCartney e Lennon
Quando i Beatles iniziarono a suonare verso mezzogiorno, in pausa pranzo, in strada si creò comprensibilmente confusione in strada. Una folla cominciò a radunarsi sotto l’edificio e sui tetti vicini, creando problemi di traffico. La polizia chiamata da alcuni residenti venne bloccata all’ingresso dagli impiegati della Apple che però si dovettero arrendere alle minacce di arresto. Una volta che gli agenti raggiunsero il tetto, i Fab Four si resero conto che la performance si sarebbe interrotta da lì a breve. Paul McCartney improvvisò sul testo di Get Back: «You’ve been playing on the roof again, and that’s no good, and you know your Mummy doesn’t like that… she gets angry… she’s gonna have you arrested! Get back!» (“Siete andati ancora a suonare sul tetto, e questo non è bello, sapete che non fa piacere alla vostra mamma… si arrabbia… vi farà arrestare tutti! Tornate indietro!”). Il concerto terminò con l’ironia di John Lennon: «I’d like to say thank you on behalf of the group and ourselves and I hope we’ve passed the audition» (“Vorrei ringraziare a nome del gruppo e di noi stessi e spero che abbiamo superato l’audizione”). A spegnere gli amplificatori fu l’ex poliziotto Ray Shayler che all’epoca aveva 25 anni. Non immaginava che avrebbe staccato la spina ai Beatles in tutti i sensi. Dopo il The Beatles’ rooftop concert, infatti, la band incise ancora un ultimo album, Abbey Road, per poi sciogliersi.
Un live entrato nell’immaginario collettivo: dai vestiti alla parodia dei Simpson
L’esibizione è entrata nell’immaginario collettivo così come gli abiti indossati dalla band: l’impermeabile rosso di Ringo Starr e la pelliccia di Yoko Ono indossata da Lennon. Lo storico concerto viene citato anche in un episodio dei Simpson: i Be Sharps – Homer, Apu, Barney e il preside Skinner – si esibiscono sul tetto del bar di Boe. George Harrison passa per caso di lì in auto, si ferma e commenta: «Lo abbiamo già fatto». Al termine della canzone, Homer ripete la celebre battuta di Lennon sull’audizione e tutti si mettono a ridere, compreso Barney che però poco dopo ammette: «Non l’ho capita».
Tag43 vi dà il buongiorno con il video dello storico, ultimo concerto dei Beatles.