Il 30 agosto 1965 la CBS Records pubblicava Highway 61 Revisited, quinto album in studio di Bob Dylan. Secondo disco della “trilogia elettrica” iniziata con Bringing It All Back Home e proseguita con Blonde On Blonde, è considerato da molti il miglior lavoro del cantautore. La rivista Rolling Stone lo ha inserito al quarto posto tra i 500 migliori album di tutti i tempi. Il disco fu inciso in soli sei giorni, e deve il nome alla strada – la Highway 61 – che collega il Minnesota alla foce del fiume Mississippi. Tra il 1964 e il 1965 Dylan era impegnato a scrivere un libro, Tarantula, che sarebbe stato pubblicato solamente nel 1971. Un brano di quel romanzo fu la base per la canzone più celebre dell’album: «Mi ritrovai a scrivere questa canzone, questa storia, questa lunga vomitata di venti pagine circa, e da essa ne trassi Like A Rolling Stone… Dopo averla scritta, non ero più interessato a scrivere un libro, o una commedia».
L’album fu un successo straordinario sin da subito, ed è considerato rivoluzionario non solo per i testi, ma anche per il passaggio definitivo di Bob Dylan alla chitarra elettrica. Like a Rolling Stone, canzone d’apertura, diventò subito un inno generazionale, e sempre la rivista Rolling Stone l’ha inserita al primo posto nella classifica dei 500 migliori brani di tutti i tempi. Protagonista del brano è «Miss Lonely» (Miss Solitudine), caduta in disgrazia dopo aver vissuto nel benessere e nella ricchezza, il cui destino è simboleggiato proprio dalla pietra che rotola. In tanti hanno fatto una cover del brano, da Jimi Hendix agli stessi Rolling Stones, da David Bowie a Bob Marley, dai Green Day a Bon Jovi, fino anche a David Gilmour dei Pink Floyd. Anche nell’album in Dig It dei Beatles, canzone dell’album Let It Be, c’è una parte in cui John Lennon cita il pezzo di Dylan. Tag43 vi dà il buongiorno con questa versione live del brano, suonato al Newport Folk Festival del 1965.