Il 29 marzo 1946 la Piaggio lanciava sul mercato la Vespa
Il 29 marzo 1946 la Piaggio lanciava sul mercato la Vespa. Tag43 vi augura il buongiorno con un estratto dal film Caro diario di Nanni Moretti.
Il 29 marzo 1946 la Piaggio lanciava sul mercato la Vespa. Progettata dall’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio, lo scooter è divenuto uno dei simboli dell’Italia. Esposta in più musei in Italia e all’estero, è nelle collezioni permanenti del Triennale Design Museum di Milano e del MoMA di New York. Ed è entrata nell’immaginario collettivo internazionale, grazie a più film, italiani e stranieri.
La nascita della Vespa e i “segreti” del suo successo
Intenzionato a proporre una motocicletta innovativa, Enrico Piaggio decise di rivolgersi all’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio che aveva progettato modelli sperimentali di elicotteri e che per sua stessa ammissione «detestava le motociclette». Proprio quell’odio, secondo Piaggio, poteva essere la chiave per pensare a qualcosa di totalmente nuovo per il mercato. Così fu, in effetti. Dato che odiava dover scavalcare una moto per sedercisi sopra, l’ingegnere decise di risolvere il problema e inventò la prima moto a scocca portante, priva di struttura tubolare in acciaio e, dunque, di tunnel centrale. Si ispirò poi ai carrelli per aerei per la sospensione anteriore e spostò il cambio sul manubrio. Inoltre, modellò la posizione di guida su quella di un uomo in poltrona e coprì il motore con un telaio per evitare le frequenti macchie di olio sui pantaloni. Il 29 marzo 1946 la Vespa fece il suo debutto a Roma, al campo da golf dell’Acquasanta, davanti a stampa e autorità, dopo essere stata presentata, il 24 marzo, alla Mostra della Meccanica e Metallurgia a Torino. Il modello fu brevettato, poi, circa un mese dopo, il 23 aprile.
Da dove deriva il nome Vespa
Il nome Vespa sarebbe stato inventato dallo stesso Enrico Piaggio che, vedendo il nuovo scooter dall’alto e riconoscendovi la forma di un insetto, avrebbe detto «Sembra una vespa!». C’è però anche chi sostiene che la parola sia, in realtà, l’acronimo di Veicoli Economici Società Per Azioni, ma la tesi, per quanto diffusa, è stata smentita dagli esperti. Lo scooter Piaggio piacque immediatamente. Il primo anno di produzione fu reso complesso dalla difficoltà di reperimento delle materie prime. Furono comunque completati 2484 esemplari. E furono realizzati anche modelli per l’esportazione. Uno scooter dell’ottobre 1946 è esposto al Museo Piaggio, a Pontedera.

Da Vacanze romane a La dolce vita, la costruzione di un mito
La fortuna della Vespa continua ancora oggi. Lo scooter è entrato nel cinema e, attraverso di esso, nell’immaginario collettivo. Anche internazionale. Sono vari i film che celebrano la Vespa, facendone elemento chiave. Così, ad esempio, Vacanze Romane diretto nel 1953 da William Wyler dove Gregory Peck e Audrey Hepburn scorrazzano per Roma. Fu proprio questo lungometraggio a far conoscere – e amare – la Vespa in tutto il mondo.

Nel 1955 la Vespa è protagonista anche di Amici per la pelle di Franco Rossi e di Caccia al ladro diretto da Alfred Hitchcock, con Cary Grant e Grace Kelly. L’anno seguente appare in Mogli e buoi di Leonardo De Mitri con Walter Chiari, Gino Cervi e Nino Taranto. Il 1957 è l’anno di Padri e figli, per la regia di Mario Monicelli, quell’anno vincitore dell’Orso d’argento per il miglior regista al Festival internazionale del cinema di Berlino. Nel cast, tra gli altri, Vittorio De Sica, Riccardo Garrone, Marcello Mastroianni, Franco Interlenghi. Lo scooter Piaggio appare anche in Poveri ma belli di Dino Risi, interpretato da Marisa Allasio, Maurizio Arena, Renato Salvatori. Nel 1958 la Vespa fa capolino nel film I soliti ignoti diretto sempre da Mario Monicelli, film cult con Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totò e Claudia Cardinale. Nel 1959, invece, in Ciao, ciao bambina! (Piove), per la regia di Sergio Grieco, realizzato sull’onda del successo del brano Piove di Domenico Modugno. Il 1960 è l’anno de La dolce vita di Federico Fellini vincitore della Palma d’oro al 13esimo Festival di Cannes e dell’Oscar ai migliori costumi. Il fotografo Paparazzo, che darà il nome alla categoria, scorrazza per Via Veneto a bordo della sua Vespa. Due anni dopo la Vespa appare in Boccaccio ’70, lungometraggio in quattro episodi diretti da Vittorio De Sica, Federico Fellini, Mario Monicelli e Luchino Visconti. Di film in film, questo motorino è diventato simbolo del nostro Paese e della sua cultura, tanto da essere usato anche per foto promozionali.

Dagli Anni 70 a oggi, la Vespa ancora “protagonista”
Gli Anni 70 sono quelli di American Graffiti, per la regia di George Lucas, e Quadrophenia, diretto da Franc Roddam, tratto dall’omonimo album firmato Who. Nel decennio successivo la Vespa conquista la scena in Scarface, diretto da Brian De Palma, scritto da Oliver Stone e interpretato da Al Pacino. Era il 1983. E, nello stesso anno, in Sapore di mare, regia di Carlo Vanzina. Tra i protagonisti, Jerry Calà, Christian De Sica, Marina Suma, Virna Lisi, Karina Huff e Isabella Ferrari, senza dimenticare Edoardo Vianello. Successivamente lo scooter appare ne Il ragazzo di campagna di Castellano e Pipolo, del 1984, interpretato da Renato Pozzetto e in 7 chili in 7 giorni, girato nel 1986 da Luca Verdone. Lo scooter Piaggio compare anche in Good Morning, Vietnam, nel 1987, diretto da Barry Levinson e interpretato da Robin Williams. Sono poi diventate cult le scene nelle quali Nanni Moretti gira Roma in Vespa nel film Caro diario. E l’elenco di lungometraggi con la Vespa potrebbe continuare a lungo. C’è Il barbiere di Rio, nel 1996 diretto da Giovanni Veronesi con Diego Abatantuono. Dello stesso anno, Jack Frusciante è uscito dal gruppo, diretto da Enza Negroni, tratto dall’omonimo romanzo di Enrico Brizzi. Negli Anni 90 la Vespa appare ne Il talento di Mr. Ripley diretto da Anthony Minghella, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith, e in American Pie, primo film dei fratelli Weitz. Il fascino della Vespa si mantiene inalterato nel nuovo millennio. Ecco allora, About a Boy – Un ragazzo, sempre firmato dai Weitz, The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo, storia di fantascienza per la regia di Roland Emmerich, Manuale d’amore di Veronesi, The Interpreter di Sydney Pollack, Munich di Steven Spielberg. Non dimenticando, ovviamente, i fuori scena, come lo scatto, divenuto celebre, di Charlton Heston e Stephen Boyd in costumi d’epoca, in sella a una Vespa durante le riprese di Ben-Hur. L’animazione non è stata a guardare: nell’anime FLCL il personaggio di Haruko ha come mezzo di trasporto una Vespa Super Special gialla. E non sono mancati omaggi in musica, come 50 special dei Lùnapop. Tag43 vi augura il buongiorno con un estratto dal film Caro diario di Nanni Moretti.