Il 28 aprile 2003 moriva a 80 anni Ciccio Ingrassia. Insieme con Franco Franchi ha dato vita per decenni a una delle più popolari coppie comiche italiane. I due hanno condiviso tra alti e bassi 40 anni di carriera, dagli esordi nell’avanspettacolo ai riconoscimenti nel cinema d’autore.
Nato a Palermo il 5 ottobre 1922, Ciccio Ingrassia fin da giovanissimo fu attratto dal mondo dello spettacolo. Da adolescente, mentre svolgeva i lavori più disparati per aiutare la famiglia, cominciò a esibirsi in cerimonie e feste private imitando Totò, suo idolo. Il battesimo in teatro avvenne nel 1944 con il Trio Sgambetta. Alla fine della guerra si trasferì a Torino dove si misurò, al fianco di un esordiente Gino Bramieri, nel genere della parodia. Durante uno spettacolo milanese, nel 1957, Ingrassia conobbe Rosaria Calì che faceva parte di una orchestra di tabarin e la sposò tre anni dopo. Nel 1961 venne alla luce Giampiero che seguirà le orme del padre.

L’incontro con Franco Franchi e i 132 film insieme
L’altro incontro, questa volta per le strade di Palermo, che cambiò la sua vita fu quello con Francesco Benenato, che di lì a poco cambiò il suo nome in Franco Franchi. Nel 1954, i due si esibirono insieme per la prima volta e nella stagione teatrale 1961/62 presero parte al Rinaldo in campo, opera diretta da Garinei e Giovannini, con Delia Scala, Paolo Panelli e Domenico Modugno. Insieme Franco e Ciccio girarono 132 film lavorando con registi come Vittorio De Sica, Mario Bava, Lucio Fulci, Mario Mattoli, Steno, Pier Paolo Pasolini – che li scritturò per l’episodio Che cosa sono le nuvole? nel film corale Capriccio all’italiana – i fratelli Taviani, Bruno Corbucci e Luigi Comencini. Sebbene apprezzati dal pubblico, i loro lavori furono spesso snobbati dalla critica. Molti film giocavano sullo stereotipo siciliano-mafioso altri prendevano di mira la politica e la giustizia. Non mancarono poi le parodie western. Spesso si trattava di produzioni a basso costo in cui più che seguire una sceneggiatura la coppia improvvisava. Più riusciti i 13 film diretti da Lucio Fulci che disegnò i ruoli della coppia: Ciccio, la spalla seria e Franco il comico puro.

Un’amicizia tra alti e bassi
L’amicizia tra i due conobbe alti e bassi. Il momento di maggior crisi fra si ebbe tra la fine degli Anni 60 e l’inizio dei 70. A inasprire i rapporti la decisione di Ciccio di interpretare un ruolo drammatico ne La Violenza: quinto potere di Florestano Vancini uscito nel 1972. Anno in cui uscì il film per la televisione Le avventure di Pinocchio diretto da Comencini in cui interpretavano il Gatto e la Volpe. Nei periodi di lontananza da Franco, Ciccio interpretò vari ruoli drammatici: dallo zio matto in Amarcord di Federico Fellini (1973) alll’onorevole Voltrano in Todo modo di Elio Petri (1976), tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, che gli valse il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista. Una breve riconciliazione avvenne nel 1973, quando il Programma Nazionale commissionò una commedia in siciliano, Il cortile degli Aragonesi, che fu rappresentata una sola volta e poi trasmessa in televisione. La coppia tornò a lavorare insieme tra il 1976 e il 1977, in occasione del programma televisivo Due ragazzi incorreggibili. Nel 1980 la pace fu ‘siglata’ a Domenica In quando Ciccio si scusò pubblicamente con Franco. Una riconciliazione benedetta da Pippo Baudo.

Ciccio dopo Franco
Nel 1984 ottennero un importante riconoscimento per l’intepretazione in Kaos, diretto dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani. Ciccio avrebbe dovuto essere Alfredo nel film Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, ma venne scartato dalla produzione. Fu il suo più grande rammarico, come dichiarò in varie interviste. Nel 1990 prese parte a due film: Viaggio d’amore di Ottavio Fabbri, con Omar Sharif e una giovanissima Maria Grazia Cucinotta e Il viaggio di Capitan Fracassa di Ettore Scola, con Massimo Troisi e Ornella Muti. Dopo la morte di Franco nel 1992, Ciccio si concesse qualche apparizione cinematografica come in Condominio (1991) di Felice Farina con cui vinse il David di Donatello per il miglior attore non protagonista e in Giovani e belli (1996) di Dino Risi, per poi ritirarsi nel 1997, perché, come raccontò il figlio Giampiero, dopo la morte di Franco aveva ormai perso ogni stimolo. Nel 1994 tornò in teatro per l’ultima volta, recitando in Don Turi e Giano di Magonza presso il Teatro Stabile di Palermo. La sua ultima apparizione televisiva, invece, risale al 7 luglio 1999, in una puntata del Maurizio Costanzo Show, dedicata a Federico Fellini. Tag43 vi dà il buongiorno con la scena dell’albero in Amarcord in cui Ciccio Ingrassia interpreta zio Teo.