Il 25 agosto 1900 moriva a Weimar, in Germania, il filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche. Le sue opere hanno influenzato il pensiero etico, religioso, politico e letterario del XX secolo, ed è considerato un intellettuale “spartiacque” tra la filosofia più tradizionale e una più informale e provocatoria. Solitamente, l’evoluzione del suo pensiero si divide in tre fasi: la prima, wagneriana, in cui Nietzsche si batté insieme al compositore Richard Wagner per una «riforma mitica» della cultura tedesca. Appartengono a questo periodo La nascita della tragedia e Considerazioni inattuali. Nella seconda fase, illuministica, il filosofo rinnegò la precedente impostazione con la pubblicazione di Umano, troppo umano, una raccolta di aforismi incentrati sull’essere umano e sulla sua condizione esistenziale.
La terza fase, nichilistica, è quella in cui si svilupparono i concetti probabilmente più noti della sua filosofia: l’oltreuomo (il cui termine tedesco, Übermensch, è stato tradotto anche come superuomo), l’eterno ritorno e la volontà di potenza: il coronamento di questa fase coincide con la pubblicazione di Così parlò Zarathustra, cui fecero seguito Al di là del bene e del male, L’Anticristo e Il crepuscolo degli idoli. Nel 1889, un anno dopo essersi stabilito a Torino, subì un crollo nervoso – dalle cause sconosciute – che ne condizionò gravemente gli ultimi undici anni di vita: morì per una polmonite nella casa di Weimar in cui si era trasferito con la sorella, paralizzato e affetto da demenza dopo aver subito numerosi ictus. Tag43 vi dà il buongiorno con alcuni brani a lui dedicati, da Richard Strauss a Zucchero.
Nietzsche nella cultura popolare
La sua influenza non si è limitata solamente alla filosofia. Già nel 1896 il compositore tedesco Richard Strauss scrisse il poema sinfonico Così parlò Zarathustra, riferimento abbastanza esplicito all’opera di Nietzsche: si compone di nove sezioni, alle quali Strauss diede i nomi di altrettanti capitoli del libro, e ha solamente tre pause definite. La fanfare iniziale è celebre per essere stata l’introduzione di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, anche se per motivi di copyright non se ne fa menzione nei titoli di coda. Questa è una versione dei Berliner Philarmoniker, diretta da Gustavo Dudamel.
Strauss però non è stato l’unico compositore di musica classica a ispirarsi al filosofo per le proprie sinfonie. Nel quarto e quinto tempo della Sinfonia n.3 di Gustav Mahler, composta tra il 1893 e il 1896, si sente una voce umana intonare alcuni passaggi di Così parlò Zarathustra. Non bisogna tornare solo al diciannovesimo secolo per trovare riferimenti al filosofo e alla sua opera. Nel brano The Supermen, tratto dall’album The Man Who Sold The World, David Bowie condensò una serie di citazioni tratte dalle opere di Nietzsche, una delle sue più grandi fonti di ispirazione («Ero ancora nella fase in cui pretendevo di aver capito Nietzsche», dirà poi Il Duca Bianco). Nella canzone si possono trovare citazioni di Al di là del bene e del male e di Così parlò Zarathustra: «Far out in the red sky/ Far out from the sad eyes/ Strange, mad celebration/ So softly a Supergod dies».
Anche in Italia in tanti hanno preso qualcosa dal filosofo tedesco. Francesco Guccini scrisse nel 1965 Dio è morto, citazione – e concetto – che si trova in La gaia scienza e Così parlò Zarathustra: il testo due anni dopo sarà inciso dai Nomadi, e successivamente ripreso dallo stesso Guccini. Zucchero Fornaciari gli ha dedicato una canzone nell’album Oro, incenso e birra (1989), dal titolo abbastanza esplicativo: Nice (Nietzsche) che dice. Qui nella versione di Live at The Kremlin, primo concerto tenuto in Unione Sovietica da un artista occidentale dal crollo del Muro di Berlino.
Chiudiamo questa rassegna musicale con God is dead? della band britannica Black Sabbath, tratto dall’album 13 del 2013. L’ennesimo riferimento esplicito alla teoria della morte di Dio del filosofo tedesco.