Il 24 marzo 2020 moriva a 92 anni Albert Uderzo, con René Goscinny papà di Asterix. Nato nel 1927 a Fismes, nella Marna, da genitori italiani – il liutaio Leonardo Uderzo di Piovene Rocchette (Vicenza) e Iria Crestini, toscana – nel 1938 si trasferì con la famiglia a Parigi. Appassionato di fumetti fin da piccolo, iniziò presto a disegnare le proprie storie scoprendo però di essere daltonico. A 13 anni venne assunto dalla Société Parisienne d’Édition in qualità di letterista, ritoccatore di fotografie, correttore di bozze, e grafico. Dal 1941 al 1943, evitò il servizio militare trasferendosi in Bretagna con il fratello Bruno, rientrando a Parigi dalla famiglia con cui visse in clandestinità fino alla liberazione della Capitale, il 25 agosto 1944.
Gli inizi della carriera e l’incontro con Goscinny nel 1951
In quegli anni Uderzo, autodidatta, creò il suo primo fumetto: Flamberge Gentilhomme Gascon, una storia di moschettieri. Nel 1945 inventò Clopinard, un vecchio soldato con una sola gamba che diceva di dover la sua lunga vita al fatto di aver mangiato grandi quantità di polvere da sparo. Scoprì poi i film di Walt Disney ma, assunto come aiuto-disegnatore per uno studio di cartoni animati, capì presto che quel tipo di lavoro non faceva per lui. Dopo il servizio militare, accettò un impiego come reporter-disegnatore per France-Dimanche e poi per France Soir. Assunto da World Press, nel 1951 conobbe René Goscinny, un giovane autore francese appena arrivato dagli Stati Uniti che scriveva le storie per Lucky Luke. Alla coppia venne affidata la rubrica del galateo sul femminile Bonnes Soirées. Cominciò così la loro collaborazione continuata con Jehan Pistolet, corsaire prodigieux, con i testi di Goscinny e i disegni di Uderzo. Nel 1952 i due crearono una nuova serie Oumpah-Pah le peau-rouge, un indiano moderno con lavatrici e televisori sotto il teepee, che in Italia venne pubblicata su Il Corriere dei Piccoli dal 1967 al 1970. Tra varie peripezie editoriali, il duo dal 1957 al 1962 collaborò al Journal de Tintin creando i personaggi di Poussin e Poussif, la Famille Cokalane, la Famille Moutonet.

La nascita di Asterix, eroe gallo, e dell’inseparabile Obelix
Ma fu nel 1959 che su Pilote, un giornale dedicato ai bambini, debuttò una nuova serie di fumetti introdotta da un breve commento: «Asterix incarna maliziosamente tutte le virtù dei nostri antenati Galli. L’umorismo di René Goscinny e Uderzo vi farà amare questo piccolo guerriero baffuto, personaggio nuovo nel mondo dei fumetti». Nasceva così l’eroe dei galli accompagnato dall’inseparabile spalla Obelix. Se fu Goscinny ad avere l’idea di fare di Asterix un eroe ‘imperfetto’, un ometto baffuto che però diventa fortissimo grazie alla pozione di Panoramix, fu però Uderzo a volergli dare come spalla un omone enorme, goloso, gioviale e dalla forza sovrumana perché caduto da piccolo nel paiolo del druido. Inutile dire che la saga ebbe un successo mondiale – tradotta in 110 lingue ha venduto qualcosa come 350 milioni di copie, – e diverse trasposizioni cinematografiche.

La morte di Goscinny e quell’ultimo schizzo dopo la strage di Charlie Hebdo
Nel 1977 dopo la prematura morte di Goscinny, Uderzo decise di andare avanti con Asterix, finché nel 2011 scelse i suoi eredi: Jean-Yves Ferri (sceneggiatura) e Didier Conrad (disegni) che debuttarono con Asterix e i Pitti, il 35esimo albo di Asterix apparso nel 2013. Uderzo firmò il suo ultimo albo Asterix e la figlia di Vercingetorige, che fece un certo scalpore anche perché la ragazza protagonista a molti ricordò Greta Thunberg. Ma la vera e ultimissima opera pubblica del disegnatore fu uno schizzo a pennarello: Asterix fa volare un nemico fuori dal foglio per l’ultima volta. È datata 8 gennaio 2015, un omaggio dopo la strage di Charlie Hebdo nella quale venne ucciso anche il suo amico di lunga data Cabu. Tag43 lo ricorda dandovi il buongiorno con una scena de Le dodici fatiche di Asterix, film animato del 1976 e diretto da Goscinny e Uderzo.