Oggi 20 gennaio compie 77 anni un genio visionario del cinema: il regista David Lynch, tre volte candidato al Premio Oscar e vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1990 per Cuore selvaggio. Un road movie atipico e cult, come molti altri lavori del cineasta statunitense, che lega indissolubilmente il suo nome alla serie I segreti di Twin Peaks.
Le prime esperienze con la macchina da presa
Nato in Montana nel 1946, Lynch trascorre l’infanzia nel nord-ovest degli Stati Uniti, trasferendosi spesso: il padre lavora come ricercatore del dipartimento dell’Agricoltura ed è spesso costretto a spostarsi per motivi di lavoro. Con il sogno di diventare artista e in particolare pittore, nel 1966 si iscrive alla Pennsylvania Academy of Fine Arts di Filadelfia, dove fa le prime esperienze con la macchina da presa, realizzando brevi ibridi tra installazione e cinema sperimentale.
L’esordio al cinema e il successo come regista
Nel 1971 si sposta a Los Angeles, per frequentare il conservatorio dell’American Film Institute: qui, grazie a una sovvenzione, inizia a lavorare al suo primo lungometraggio, Eraserhead. A causa di problemi di budget, le riprese terminano nel 1977, a sei anni dal loro inizio. La pellicola, un horror dalle tinte grottesche, è oggi considerato un cult. Del 1980 è il lavoro successivo, The Elephant Man, biopic su Joseph Merrick, uomo affetto da terribili deformità congenite vissuto in età vittoriana. La pellicola riceve ben otto candidature agli Oscar, inclusa quella per la miglior regia, lanciando Lynch nell’olimpo di Hollywood (tuttora è il film con il maggior incasso nella sua carriera). Nel 1984 il regista accetta di girare l’adattamento cinematografico del romanzo di fantascienza Dune di Frank Herbert, che si rivela un fiasco sia al botteghino che per la critica. Lynch si rifà un paio di anni dopo con Velluto blu, che gli vale la seconda candidatura per la miglior regia agli Oscar.

La mente creativa della serie cult I segreti di Twin Peaks
Alla fine degli Anni 80, Lynch è la mente creativa della serie Twin Peaks, che segue le indagini dell’agente dell’FBI Dale Cooper (interpretato dall’attore-feticcio Kyle MacLachlan) sulla morte della studentessa Laura Palmer, che finiranno per rivelare i segreti dei numerosi abitanti della cittadina: nessun altro progetto di Lynch, che nella serie originale (e nel sequel) appare nel ruolo dell’agente dell’FBI Gordon Cole, raggiungerà lo stesso successo di pubblico.

I riconoscimenti ottenuti a Cannes
Nel 1990 si dedica alla realizzazione del film Cuore selvaggio: interpretata da Nicolas Cage e Laura Dern, la pellicola vince la Palma d’oro a Cannes. Dopo un paio di flop (Fuoco cammina con me – prequel di Twin Peaks – e Strade perdute), nel 1999 Lynch sorprende tutti con Una storia vera, sulla vicenda realmente accaduta di Alvin Straight, anziano dell’Iowa che percorse 600 chilometri su un tagliaerba a motore, per raggiungere il fratello malato con cui aveva tagliato i rapporti anni prima. A cavallo del nuovo millennio, Lynch dirige Mulholland Drive, film nato da un progetto di serie televisiva, che gli vale la terza candidatura per il miglior regista agli Oscar e il Prix de la mise en scène a Cannes. Il suo ultimo lungometraggio, Inland Empire, risale al 2006: da allora, oltre al sequel di Twin Peaks, ha realizzato diversi cortometraggi, affiancando l’attività di artista a quella di regista.
Tag43 vi dà il buongiorno con una scena di Twin Peaks, con Lynch nei panni dell’agente Gordon Cole.
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