Il 2 marzo 1933 debuttava al Radio City Music Hall e al RKO Roxy di New York King Kong, film prodotto e diretto da Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack. La pellicola, arrivata in Italia nell’ottobre dello stesso anno, entrò nella storia del cinema per i suoi effetti speciali all’epoca rivoluzionari e nel 1991 fu scelta per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America.
L’idea del film sul gigantesco gorilla
L’idea del film venne a Merian C. Cooper dopo un incontro con l’esploratore scientifico del Museo americano di storia naturale W. Douglas Burden che era rientrato da una piccola isola dell’Estremo Oriente dalla quale aveva portato il più grande rettile vivente mai trovato, il drago di Komodo. Cooper adattò l’idea della spedizione rimpiazzando il rettile con un gorilla, animale da cui era affascinato fin da bambino. Fece quindi vedere a David Selznick un lungometraggio non finito dal titolo Creation del 1931 dedicato alla vita nell’epoca dei dinosauri e il film Il mondo perduto (The Lost World, 1925), convincendo il produttore (insieme con Willis H. O’Brien) della bontà del progetto. Selznick acconsentì a realizzare una bobina di prova. Il resto è storia.

Tra sequel e reboot: il fascino senza tempo di King Kong
Visto il grande successo dopo soli otto mesi uscì il sequel Il figlio di King Kong per la regia di Schoedsack. Nei decenni successivi furono realizzati numerosi altri film sul gigantesco gorilla. Nel 1962 Il trionfo di King Kong, coproduzione Giappone-Usa in cui veniva messo in scena il primo scontro con Godzilla. Nel 1976 arrivò il primo vero remake prodotto da Dino De Laurentiis e girato da John Guillermin, che ripropose la storia originale con Jeff Bridges, Charles Grodin e Jessica Lange nei ruoli dei protagonisti. Ricordato in particolare per gli effetti speciali di Carlo Rambaldi, premiati anche con un Oscar, il film diede vita al sequel intitolato King Kong 2 (in originale King Kong Lives).

Nel 2005 uscì il secondo remake per la regia di Peter Jackson, reduce dal successo de Il Signore degli Anelli. Il film con protagonisti Naomi Watts, Jack Black e Adrien Brody ottenne tre premi Oscar, per montaggio sonoro ed effetti speciali. Nel 2017 infine uscì Kong: Skull Island, reboot del franchise di King Kong e il secondo capitolo della serie MonsterVerse, iniziata con Godzilla (2014) e proseguita con Godzilla II – King of the Monsters (2019) e Godzilla vs. Kong (2021).

La citazione in The Rocky Horror Picture Show
Non solo sequel e remake. King Kong è stato citato e parodiato innumerevoli volte. In The Rocky Horror Picture Show diretto da Jim Sharman nel 1975, nella scena finale Rocky si arrampica sull’antenna della RKO trascinando sulle proprie spalle il corpo del suo creatore Frank-N-Furter, ucciso poco prima dai suoi ex servitori Riff Raff e Magenta.

La scena richiama esplicitamente l’arrampicata di King Kong sull’Empire State Building. Inoltre, nella canzone Don’t dream It viene citata l’eroina di King Kong, l’attrice Fay Wray: «Whatever happened to Fay Wray?/ That delicate satin draped frame/ As it clung to her thigh/How I started to cry/’Cause I wanted to be dressed just the same». Tag43 vi dà il buongiorno con una delle scene finali del capolavoro del 1933.