Il 19 maggio 2016 si spegneva dopo una lunga malattia Marco Pannella. Aveva 86 anni di cui oltre 60 dedicati anima e corpo, letteralmente, alla politica. Fin dalla metà degli Anni 50 quando fondò il Partito radicale insieme con Sergio Stanzani e a un gruppo di politici e intellettuali laici tra cui Rossi, Valiani, Scalfari che girava intorno al Mondo di Mario Pannunzio. Carismatico, eretico e irripetibile, Pannella venne eletto per la prima volta alla Camera nel 1976 e ci restò fino al 1992. «Io non credo nelle ideologie. L’ideologia te la fai tu con quello che ti capita, anche a caso», disse nel 1975 a Playboy Italia. Una intervista che tanto per cambiare nell’Italia delle due chiese, quella cattolica e quella comunista, fece scandalo. Alle sue battaglie si devono due conquiste centrali: il divorzio e il diritto di abortire.

L’arresto a Sofia nel 1968 e la consacrazione politica con la battaglia per il divorzio
Nato a Teramo nel 1930, si laureò in Giurisprudenza nel 1955. L’anno dopo fu tra i co-fondatori del Partito Radicale che grazie all’alleanza con i repubblicani riuscì a guadagnare sei seggi in parlamento alle elezioni del 1958. Alla fine del decennio si trasferì prima in Belgio dove lavorò in una fabbrica di scarpe, poi a Parigi dove venne assunto come corrispondente de Il Giorno. Nel 1968 fu arrestato a Sofia per aver protestato contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia. Due anni prima aveva cominciato la battaglia che avrebbe cambiato l’Italia: quella per il divorzio contribuendo in modo determinante alla vittoria del No al referendum del 1974. La sua consacrazione politica.

La rivoluzione della comunicazione politica tra bavagli e cartelli
Conquistò Jean Paul Sartre ed Eugene Jonesco, mentre Pier Paolo Pasolini gli scrisse una lettera di ammirazione in occasione del Congresso radicale del 1975. L’anno dopo Pannella venne eletto in parlamento. Durante gli Anni di Piombo combatté contro le leggi di emergenza, scontrandosi con l’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga.
Nel 1978 dopo il rapimento Moro da parte delle Br, Pannella si schierò contro la linea della fermezza che escludeva trattative con i brigatisti. Il decennio successivo fu caratterizzato dalla lotta alla fame nel mondo, dalla campagna per la Giustizia e per Enzo Tortora. E dall’impegno per migliorare le condizioni di vita nelle carceri. Arrivarono anche le candidature controverse di Toni Negri, Domenico Modugno e Cicciolina. I radicali laici, liberali in economia e paladini dei diritti civili, ruppero la monotonia delle tribune politiche con bavagli, cartelli, parole d’ordine che rivoluzionarono, come hashtag ante litteram, la comunicazione politica. Negli annali resta l’irruzione nello studio del Tg2. Era il 1981 e Pannella con due compagni entrò durante la diretta cominciando a gridare «ladri di notizie» e «furto di informazione». Da sempre contro le leggi liberticide, pronto a combattere con il suo corpo sottoponendosi a innumerevoli scioperi della fame e della sete, Pannella spiegava così la differenza tra radicali e liberali: «Loro difendono le libertà di tutti dall’alto di una condizione borghese. Noi radicali invece siamo stati i tossici, i froci, le prostitute. Siamo gente da marciapiede che sa sporcarsi le mani…».

Da De Gregori agli Articolo 31, Jovanotti e Fabri Fibra: le citazioni nelle canzoni
La figura di Pannella compare in varie canzoni tra cui Il signor Hood di Francesco De Gregori. Nella canzone il leader radical viene descritto come un moderno Robin Hood, «un galantuomo / sempre ispirato dal sole / con due pistole caricate a salve / e un canestro di parole». Pannella compare anche nella versione originale di Ohi Maria degli Articolo 31 («…le vacanze le farò in Giamaica, dalla mia maria bella, aspetto, intanto voto Pannella e canto…»). J-Ax, autore del testo e frontman del gruppo, diventò successivamente amico di Pannella collaborando con lui in alcune battaglie. Il leader radicale è citato anche in Ho perso la direzione di Jovanotti e nella canzone Io non ti invidio di Fabri Fibra. Tag43 vi dà il buongiorno con una scena del film Fantozzi subisce ancora del 1983 in cui il ragioniere, in preda ad allucinazioni uditive, sente Pannella che lo invita a digiunare con lui.