Oggi 19 gennaio Janis Joplin avrebbe compiuto 80 anni. Nata a Port Arthur, Texas, nel 1943 e morta a Los Angeles a soli 27 anni (come Brian Jones, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Jean-Michel Basquiat, Kurt Cobain e Amy Winehouse, tanto che si parla di maledizione del 27) è ricordata per l’intensità delle sue interpretazioni. Nel 1995 è stata inserita nella Rock and Roll Hall of Fame e nel 2005 è stata insignita del Grammy Award alla carriera postumo.

L’amore per il blues e il successo con i Big Brother and the Holding Company
Adolescente inquieta e bullizzata per la sua scarsa avvenenza, fin da giovanissima si avvicinò al blues grazie ad artisti come Leadbelly, Bessie Smith, Odetta e Big Mama Thornton. Cominciò a cantare nel coro cittadino e in alcune band scolastiche. Si diplomò nel 1960 e si iscrisse al Lamar State College of Technology, oggi Lamar University, di Beaumont, frequentando solo 50 ore. Fu ammessa anche alla Università del Texas, senza mai completare gli studi. Nel 1964 Joplin e Jorma Kaukonen, futuro chitarrista dei Jefferson Airplane, registrarono a casa alcuni standard blues, dove in sottofondo si sente una macchina da scrivere (la moglie di Kaukonen stava scrivendo, da qui il titolo del bootleg: The Typewriter Tape). Altre registrazioni di quei primi anni si possono trovare nella raccolta Janis, The Early Performances del 1974 e Janis del 1993, incluse le tracce What Good Can Drinkin’ Do, Mary Jane e No Reason for Livin’. Dopo aver cantato in un gruppo country, venne contattata da un impresario perché si unisse alla band californiana dei Big Brother and the Holding Company. Nel 1967 si esibirono al Festival Pop di Monterey, dove Janis trionfò eseguendo Ball and Chain di Big Mama Thornton. L’anno successivo incise Cheap Thrills, secondo album del gruppo (tra i brani una cover di Summertime di Gershwin e la celebre Piece of My Heart). Nel 1969 iniziò la carriera solista facendosi accompagnare dalla Kozmic Blues Band prima e dalla Full-Tilt Boogie Band poi. Con quest’ultimo gruppo incise l’album Pearl che, uscito postumo nel gennaio 1971, entrò subito in testa alla classifica trainato da brani Me and Bobby McGee, Cry Baby, Get It While You Can, Mercedes Benz, Trust Me e My Baby.

Libera, pacifista e contro il razzismo
Abbracciò l’ideale Peace & Love del movimento hippy e da sempre fu in prima linea contro il razzismo, partecipando al Festival di Woodstock e al concerto in memoria di Martin Luther King. Sempre nel 1969 fu fermata dopo un concerto a Tampa, in Florida, e denunciata dalle forze di polizia per disturbo dell’ordine pubblico e linguaggio volgare e osceno tenuto sul palco. La corte la scagionò per esercizio della libertà di espressione. Durante un concerto a Francoforte, invece, dopo essere stata “assalita” da una sua fan al suo arrivo nella città, la invitò a salire sul palco con altri spettatori. Ed è Janis Joplin, apertamente bisessuale, la protagonista della canzone di Leonard Cohen Chelsea Hotel #2, nella quale il cantautore ricorda un loro fugace incontro nel mitico hotel. «I remember you well in the Chelsea Hotel/You were talkin’ so brave and so sweet/Givin’ me head on the unmade bed/While the limousines wait in the street». Tag43 la ricorda con la sua Mercedes Benz.