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Il 18 febbraio 1963 moriva Beppe Fenoglio

Il 18 febbraio 1963 moriva Beppe Fenoglio. Tag43 vi augura il buongiorno con il video dei CSI, ispirato al racconto Il Gorgo.

18 Febbraio 2022 08:16 Redazione
Il 18 febbraio 1963 moriva Beppe Fenoglio, scrittore e partigiano. Tag43 vi augura il buongiorno con il video dei CSI, omaggio al suo racconto Il Gorgo

Il 18 febbraio 1963 moriva Beppe Fenoglio. Nato ad Alba, in provincia di Cuneo, il primo marzo 1922 – quest’anno si celebra il centenario – Fenoglio, primo di tre figli, la politica, con i suoi ideali, la respirò in casa sin dai primissimi anni di vita. Suo padre Amilcare era socialista e seguace di Filippo Turati. Appassionato di letteratura, specie quella inglese, sin dai tempi del liceo, nel 1940 si iscrisse alla facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Torino, che però frequentò solo per tre anni.

Fenoglio e la chiamata alle armi durante la Seconda guerra mondiale

Nel 1943, infatti, fu richiamato alle armi e destinato prima a Ceva e poi a Roma. A gennaio 1944 Beppe Fenoglio si unì ai partigiani, prima ai “rossi” delle Brigate Garibaldi, poi ai “badogliani”. Insieme al fratello partecipò al combattimento di Carrù e all’esperienza, breve ma intensa, della Repubblica partigiana di Alba, indipendente tra il 10 ottobre e il 2 novembre 1944. La conoscenza dell’inglese, tra gennaio e aprile 1945, gli permise di svolgere il compito di ufficiale di collegamento – e interprete – tra le forze armate angloamericane e il gruppo partigiano di Mauri e Balbo.

Il 18 febbraio 1963 moriva Beppe Fenoglio
Il Centro Studi Beppe Fenoglio (foto dai social)

Fenoglio, da partigiano a scrittore

I ricordi dei giorni da partigiano, nel dopoguerra, lo spinsero poi a scrivere più libri, nonostante i genitori fossero contrari a quella scelta, preferendo che finisse prima l’università. Ne nacquero i romanzi  Primavera di bellezza, Una questione privata, Il partigiano Johnny e i racconti de I ventitré giorni della città di Alba. Trovò lavoro come corrispondente estero di una casa vinicola di Alba, in modo da contribuire alle spese familiari ma senza “distrarsi” dai suoi reali interessi. Il primo racconto, Il trucco, lo pubblicò su Pesci rossi, bollettino editoriale di Bompiani, nel 1949. Non usò il suo nome, firmandosi con lo pseudonimo di Giovanni Federico Biamonti. Quel primo traguardo lo sollecitò a mettersi in gioco. Nello stesso anno propose a Einaudi i Racconti della guerra civile e il romanzo La paga del sabato, che piacque anche a Italo Calvino. L’anno seguente, fu inserito da Elio Vittorini nella collana Gettoni di Einaudi con I ventitré giorni della città di Alba. Il 1954 fu l’anno del romanzo breve La Malora. Seguirono poi molti lavori come traduttore dall’inglese. L’attività letteraria fu intensa. Vari i titoli furono pubblicati postumi, da Un giorno di fuoco a Una questione privata. Poi, Il partigiano Johnny, La paga del sabato, Un Fenoglio alla prima guerra mondiale, Racconti partigiani. Tag43 vi augura il buongiorno con il video dei CSI, omaggio al suo racconto Il Gorgo, storia ambientata nelle Langhe tra il 1935 e il 1936, che vede un bambino salvare il padre.

 

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