Il 18 agosto 2009 moriva a Milano Fernanda Pivano. Traduttrice, scrittrice, saggista, critica fece conoscere la letteratura americana all’Italia e all’Europa. Nata a Genova nel 1917 ma torinese d’adozione, Pivano si innamorò degli Stati Uniti da adolescente grazie a Cesare Pavese, supplente di letteratura comparata al liceo Massimo D’Azeglio che Pivano frequentò con Primo Levi, suo compagno di classe in quarta e quinta ginnasio. Durante il fascismo tradusse clandestinamente L’antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters che Pavese stesso fece pubblicare da Einaudi. Nel 1943 fu la volta di Addio alle armi di Ernest Hemingway, libro vietato in Italia dal regime. A causa di questa traduzione venne arrestata dalle SS. Finita la guerra, nel 1949, si sposò con l’architetto e designer Ettore Sottsass junior trasferendosi a Milano. Dopo aver tradotto e studiato i lavori dei maggiori classici statunitensi tra cui Francis Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, del quale divenne buona amica, e William Faulkner, promosse in Italia gli scrittori della Beat Generation: da Allen Ginsberg e Jack Kerouac a William Burroughs, Lawrence Ferlinghetti e Gregory Corso. Lo stesso fece per autori come Henry Miller e Charles Bukowski. In anni più recenti, sponsorizzò Erica Jong, Jay McInerney e Bret Easton Ellis. Fernanda Pivano si è anche occupata di musica, scrivendo nel 1966 il primo articolo su Bob Dylan. Da ricordare anche la collaborazione con Fabrizio De André, che per il suo album Non al denaro, non all’amore né al cielo prese spunto dalla traduzione di Pivano dell’Antologia di Spoon River. Tag43 vi dà il buongiorno con la consegna del premio Tenco nel 1997 proprio a De André.