Oggi 16 marzo compie 89 anni Franca Leosini, giornalista e conduttrice del programma cult Storie maledette, andato per la prima volta in onda nel 1994. Sono passati quasi tre decenni e da allora, oltre a fare ottimi ascolti, è stato capace di dare vita a una folta schiera di ammiratori: i leosiners, neologismo che persino la prestigiosa Treccani è arrivata a riconoscere come tale.
Da L’Espresso a Storie maledette, la carriera
Nata a Napoli Franca Lando (questo il cognome da nubile) inizia a lavorare come giornalista per la sezione culturale de L’Espresso, dove firma varie inchieste e interviste: la più famosa e controversa, “Le zie di Sicilia”, risale al 1974 e vede Leonardo Sciascia addossare alle donne la responsabilità della cultura omertosa dell’isola. Diventata direttrice del mensile Cosmopolitan, successivamente cura la “terza pagina” de Il Tempo, per poi iniziare a collaborare con la Rai dal 1988. Prima è autrice di Telefono giallo, presentato da Corrado Augias, poi conduce i programmi Parte Civile e I grandi processi (quest’ultimo con Sandro Curzi). Infine, nel 1994, eccola al timone di Storie maledette, in cui si occupa di intervistare i protagonisti delle inchieste giudiziarie italiane che hanno fatto più scalpore.

Il successo del programma, andato in onda per 91 puntate
In ogni puntata del programma, Leosini intervista «non professionisti del crimine, ma persone piombate nel baratro di una maledetta storia». Gli intervistati sono tutti condannati al carcere: qui viene registrata la puntata, che ha lo scopo di ricostruire le vicende, l’analisi dei moventi e il successivo iter processuale. Ma anche di regalare una prospettiva diversa agli spettatori, relativa al passato dei protagonisti, spesso taciuta dai media. Storie maledette debutta il 18 settembre 1994 e va in onda per 91 puntate, l’ultima il 14 giugno 2020. Da Filippo De Cristofaro, responsabile dell’uccisione della skipper Annarita Curina, a Sonia Bracciale, in carcere perché mandante dell’omicidio del marito Dino Reatti: in mezzo 17 edizioni e qualche speciale. Più che il cosa, è il come a decretato il successo di Franca Leosini, che in tailleur dal taglio impeccabile intervista gli assassini con freddezza e maniere brusche, ma anche con teatralità e cinismo, sempre incalzante e pungente, senza limitarsi a esporre i fatti in maniera neutrale.
I fenomeno leosiners e le imitazioni in tv
Uno stile unico, che ha portato Franca Leosini a ottenere una folta schiera di ammiratori, detti leosiners, pronti a esaltarne sui social il garbo sagace e le “uscite” più memorabili. Una categoria ben definita, al punto che nel 2019 la Treccani è arrivata a riconoscere il termine come nuova parola del lessico standard. «Sostantivo maschile e femminile singolare, al plurale nella forma pseudoinglese ‘-s’; Chi sostiene con entusiasmo la giornalista Franca Leosini».
Fonte inesauribile di meme, Franca Leosini ha ispirato diversi imitatori. La prima ad accorgersi del suo “potenziale” è stata diversi anni fa Paola Cortellesi, che poi l’ha voluta (nel ruolo di se stessa) nel film Come un gatto in tangenziale e poi nel sequel. In mezzo, la partecipazione al Festival di Sanremo, in cui si è prestata a una canzone-intervista a Claudio Baglioni.

Tag43 vi dà il buongiorno proprio con l’imitazione di Franca Leosini da parte di Paola Cortellesi (con un’intervistata d’eccezione).