Oggi 16 maggio tutto il mondo celebra la Giornata Internazionale della Luce (International Day of Light), appuntamento annuale istituita dall’Unesco nel 2015 per sensibilizzare il pubblico di tutto il mondo riguardo l’importanza della luce e delle tecnologie di illuminazione, che svolgono un ruolo fondamentale nell’istruzione, nella scienza, nell’arte, nella cultura e nello sviluppo sostenibile, nelle comunicazioni, per energia e in medicina. Senza dimenticare (anzi) che attraverso la fotosintesi la luce è all’origine della vita stessa.

Perché la luce viene celebrata il 16 maggio
La Giornata Internazionale della Luce viene celebrata il 16 maggio perché in questo giorno del 1960 il fisico e ingegnere Theodore Maiman, presso i laboratori della Hughes Research a Malibù, inventò il laser a rubino, sviluppando la teoria di Albert Einstein sull’emissione stimolata di radiazioni. Già nel 1962 il laser (acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) trovò la sua prima applicazione pratica per le micro-saldature durante gli interventi chirurgici alla retina. Ma lo studio della luce, sottolinea l’Unesco, era iniziato ben prima con Ibn al-Haytham, considerato il padre dell’ottica moderna. A cavallo tra X e XI secolo lo scienziato arabo, noto nell’Europa medievale come Alhazen, studiando l’ottica euclidea enunciò teorie sulla prospettiva, focalizzando il suo interesse sui tre punti fondamentali (il punto di vista, la parte visibile dell’oggetto e l’illuminazione), riformulando i modelli geometrici che ne descrivevano le relazioni.

Il messaggio della direttrice Unesco
«Senza luce, il nostro pianeta sarebbe solo un luogo freddo e arido. Infatti, dove c’è luce, spesso c’è abbondanza di vita. Eppure la luce rappresenta persino di più per l’umanità. La luce va di pari passo con la conoscenza: è una lente attraverso la quale vedere e comprendere il mondo», ha detto la direttrice dell’Unesco Audrey Azoulay, in un messaggio in occasione della Giornata Internazionale della Luce 2023.
Tag43 vi dà il buongiorno con L’ombra della luce di Franco Battiato, brano tratto dall’album Come un cammello in una grondaia (1991) e – come raccontato dal cantautore siciliano – ispirato dal Libro tibetano dei morti, uno dei testi che più avevano influenzato la sua formazione umana e spirituale.