Il 16 giugno 1988 moriva a soli 32 anni Andrea Pazienza, uno degli artisti più innovativi del fumetto italiano. Nato a San Benedetto del Tronto per volere della madre, anche se la famiglia risiedeva a San Severo, nel Foggiano, a soli 12 anni Pazienza si trasferisce a studiare a Pescara, tornando quasi ogni fine settimana in Puglia. Comincia a disegnare i suoi primi fumetti e realizza una serie di dipinti. Dal 1973 espone i suoi lavori in mostre sia collettive sia personali. L’anno successivo si iscrive al Dams di Bologna abbandonando però gli studi a due esami dalla laurea. È la Bologna del 77, della contestazione, la città dove si muovono Pier Vittorio Tondelli e Freak Antoni, a fare da sfondo a Le straordinarie avventure di Pentothal (dove Via Clavature verrà storpiata in Via Fognature), la sua prima storia a fumetti pubblicata su Alter Alter.

La collaborazione con Il Male e la fondazione di Frigidaire
Sempre nel 1977 con Filippo Scozzari entra a far parte del gruppo della rivista Cannibale fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli, a cui si unirà in seguito Tanino Liberatore. Dal 1979 al 1981 collabora col settimanale di satira Il Male. Col gruppo di Cannibale e con Vincenzo Sparagna Pazienza fonda nel 1980 il mensile Frigidaire, sulle cui pagine fa la sua comparsa il personaggio di Zanardi. Pazienza in questi anni svolge anche attività di insegnamento: prima alla Libera Università di Alcatraz di Dario Fo, coordinata dal figlio Jacopo. Quindi nel 1983 alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger, fondata da Brolli e Igort Magnus. Una esperienza che racconterà qualche anno dopo nel romanzo Pompeo. Pazienza firma non solo fumetti, ma anche cartelloni cinematografici (tra i quali quello della Città delle donne di Fellini nel 1980), videoclip (Milano e Vincenzo di Alberto Fortis, copertine di dischi (come Robinson di Roberto Vecchioni, S.o.S brothers di Enzo Avitabile e Passpartù della Premiata Forneria Marconi) e campagne pubblicitarie. Lavora anche per il teatro realizzando scenografie e locandine. Si mette alla prova nella pittura esponendo nel 1982 alla Gam di Bologna, nel 1983 alla galleria milanese Nuages e alla mostra Nuvole a go-go presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Il trasferimento a Montepulciano
Negli stessi anni in cui raggiunge successo e notorietà si avvicina all’eroina cominciando a essere bollato come ‘tossico’. Intraprende la strada della disintossicazione e nel 1984 si trasferisce a Montepulciano. Un anno dopo sposa la fumettista Marina Comandini. Nel frattempo continua a collaborare con le più importanti riviste italiane del fumetto, tra cui Linus, e partecipa alla creazione del mensile Frizzer. Dal 1986 lavora anche per Avaj, supplemento di Linus e Tango, supplemento de L’Unità. Nel 1987 collabora – non accreditato – alla sceneggiatura de Il piccolo diavolo di Roberto Benigni che gli dedicherà la pellicola uscita postuma. Pochi giorni dopo la sua scomparsa, si apre a Peschici la prima mostra che avrebbe dovuto tenere insieme al padre Enrico a cui aveva detto: «Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po’ di terra a San Severo, e un albero sopra». Nel 1981 invece su Paese Sera scriveva: «Mi chiamo Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza, ho 24 anni, sono alto un metro e 86 centimetri e peso 75 chili. Sono nato a San Benedetto del Tronto, mio padre è pugliese, ho un fratello e una sorella di 22 e 15 anni. Disegno da quando avevo 18 mesi, so disegnare qualsiasi cosa in qualunque modo Dal ’76 pubblico su alcune riviste. Disegno poco e controvoglia Mio padre, anche lui svogliatissimo, è il più notevole acquerellista ch’io conosca. Io sono il più bravo disegnatore vivente. Morirò il sei gennaio 1984». Come ha spiegato una decina di anni fa Franco Bifo Berardi: «In Pazienza c’era l’innocenza e una dimensione disperata, penso sia la ragione per cui ha interpretato così bene l’epoca new wave dei primi Anni 80. Nel ’77 l’innocenza della rivolta si mescola alla consapevolezza disperata che sta vincendo un mondo che non ha più niente di umano». Tag43 lo ricorda dandovi il buongiorno con un video in cui Pazienza spiega cosa significa per lui il disegno.