Il 15 dicembre 1974 usciva nelle sale statunitensi Frankenstein Junior. Quarto film diretto da Mel Brooks, basato su una idea di Gene Wilder, protagonista e co-sceneggiatore insieme con il regista, fu campione d’incassi nel 1975. La pellicola è una parodia dei numerosi film ispirati al romanzo di Mary Shelley, come il Frankenstein di James Whale del 1931. Frankenstein Junior è girato in bianco e nero, con uno stile Anni 30 proprio per riprendere le atmosfere del film di Whale di cui vennero utilizzati addirittura gli attrezzi di scena originali.

Come Wilder convinse Brooks
L’idea di un film comico sul nipote del dottor Frankenstein venne a Wilder intorno agli inizi degli Anni 70. Dopo vari fallimenti al box office, inclusi film oggi considerati cult come Per favore, non toccate le vecchiette e Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, riuscì finalmente a sfondare grazie Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) di Woody Allen. Nello stesso periodo, mentre era intento a scrivere il copione del nuovo film, fu contattato dal suo agente Mike Medavoy che gli suggerì di realizzarlo con due suoi nuovi clienti, Peter Boyle (la Creatura) e Marty Feldman (Igor, o meglio Aigor). Fu sempre Medavoy a suggerire a Wilder di chiedere a Mel Brooks di occuparsi della regia. «Ero nel mezzo delle ultime settimane di riprese per Mezzogiorno e mezzo di fuoco da qualche parte nella Antelope Valley, e Gene Wilder e io ci stavamo facendo una tazza di caffè quando lui mi disse che poteva esserci un altro Frankenstein», raccontò Brooks in una intervista del 2010 al Los Angeles Times. «Io dissi: “Non un altro ancora! Abbiamo avuto il figlio di, il cugino di, il cognato di. Non abbiamo bisogno di un altro Frankenstein!”. La sua idea era semplice: cosa sarebbe successo se il nipote del dottor Frankenstein non avesse voluto aver niente a che fare con il suo illustre antenato. Anzi, provasse vergogna di questa parentela. Dissi: “Questo sì che sarebbe divertente”».

Il film diventato ben presto un cult è alla posizione numero 13 della lista delle 100 commedie statunitensi più divertenti stilata dell’American Film Institute Nel 2003, venne ritenuto “culturalmente, storicamente ed esteticamente rilevante” dalla National Film Preservation Board, e scelto per la conservazione presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America. Intervistato in occasione del 40esimo anniversario dell’uscita del film nelle sale, Mel Brooks definì Frankenstein Junior di gran lunga il suo miglior lavoro (sebbene non il più divertente) in qualità di sceneggiatore e regista. Tag43 vi dà il buongiorno con uno scambio di battute entrato nella storia: «Potrebbe andar peggio, potrebbe piovere».