Il 14 settembre 2004 moriva Giuni Russo

Redazione
14/09/2022

Il 14 settembre 2004 moriva a soli 53 anni Giuni Russo. Tag43 la ricorda dandovi il buongiorno sulle note di Alghero.

Il 14 settembre 2004 moriva Giuni Russo

Il 14 settembre 2004 si spegneva a soli 53 anni Giuni Russo. Artista di ricerca, sperimentale e d’avanguardia, spaziò tra vari generi, incluso il pop, la musica sacra, il jazz e l’elettronica, sfruttando la sua enorme estensione vocale: era in grado di coprire cinque ottave e raggiungere, per acutezza, toni che imitavano il verso del gabbiano, virtuosismo del quale diede prova in brani come per esempio Un’estate al mare.

L’incontro con Maria Antonietta Sisini, collaboratrice e compagna di una vita

Giuseppa Romeo, questo il suo vero nome, era figlia d’arte (la madre era soprano naturale) e mosse i primi passi nella musica a soli 13 anni esibendosi nella sua città, Palermo. Nel 1967, vinse, insieme a Elio Gandolfi, il Festival di Castrocaro interpretando A chi di Fausto Leali, una porta per il Festival di Sanremo del 1968 al quale partecipò con il brano No amore. Nel 1969 si trasferì a Milano, sua città di adozione. Qui incontrò la musicista Maria Antonietta Sisini che per ben 36 anni sarà la sua coautrice e produttrice, oltre che la compagna di una vita. In quegli anni adottò lo pseudonimo Giuni Russo, fino al 1976 “Junie”, su suggerimento dell’etichetta BASF che voleva lanciarla sul mercato internazionale.

Il 14 settembre 2004 moriva Giuni Russo
Giuni Russo e Maria Antonietta Sisini nel 1969 a Milano (dal profilo Instagram giunirussoarte).

L’amicizia con Franco Battiato e l’ostracismo delle major

In questi anni collaborò con l’autore Cristiano Malgioglio, ottenendo un discreto successo. Grazie al chitarrista e produttore Alberto Radius, Giuni Russo incontrò Franco Battiato, a cui la legherà una profonda amicizia. Il team di lavoro nato attorno al maestro portò alla realizzazione di tre brani cuciti addosso alla cantante: Una vipera sarò, Crisi metropolitana e L’addio. La sua interpretazione colpì la produttrice Caterina Caselli che aveva tenuto a battesimo, senza entusiasmo, l’esordiente Giusy Romeo nel 1967.  Con Franco Battiato, Giusto Pio, Alberto Radius e Maria Antonietta Sisini, Giuni Russo trovò finalmente la propria dimensione artistica. A metà del 1982 le venne proposto un brano originale e commerciale, intitolato Un’estate al mare, firmato ancora da Battiato. Il 45 giri scalò le classifiche italiane e il brano vinse la sezione Festivalbar Disco Verde. Da lì in poi Giuni Russo cercò di tornare alla musica d’autore, scontrandosi più volte con le major. Giuni Russo verrà poi bollata dall’etichetta CDG come un’artista ingestibile. L’unica casa discografica disposta a metterla sotto contratto fu la più piccola Bubble Record con cui nel 1986 incise l’album Giuni che contiene la hit Alghero, uscita anche su 45 giri, e con cui partecipò con successo al Festivalbar. Anni dopo Giuni Russo racconterà l’ostracismo subito dalle major discografiche per il suo rifiuto della musica commerciale nel 2002 ospite di Cocktail d’amore, trasmissione condotta da Amanda Lear su RaiDue.

Il 14 settembre 2004 moriva Giuni Russo
Giuni Russo a Sanremo nel 2003 (da Instagram).

La conversione e il ritorno sul palco di Sanremo

Nel 1987 uscì Ragazzi al luna park, anteprima di Album. Il disco contiene anche Adrenalina, cantata in coppia con Donatella Rettore. Mentre l’anno successivo Battiato produsse l’album A casa di Ida Rubinstein. Artista poliedrica, nel 1994 Giuni Russo si cimentò col canto-cabaret ispirato a Ettore Petrolini nell’album Se fossi più simpatica sarei meno antipatica. Il disco comprende Strade parallele, in duetto con Battiato, nonché due dei brani da lei maggiormente amati: La sposa e La sua figura. Il disco segnò la conversione religiosa della cantante che diventerà devota di Santa Teresa. Nel 2003, già malata di tumore, tornò al Festival di Sanremo dopo 35 anni con il brano Morirò d’amore, scritto molti anni prima con Maria Antonietta Sisini e Vania Magelli e l’arrangiamento di Franco Battiato e Roberto Colombo.

 

Giuni Russo morì nella “sua” Milano all’età di 53 anni, nella notte tra il 13 e il 14 settembre 2004 a causa di un cancro al cervello diagnosticatole nel 1999. Tag43 la ricorda dandovi il buongiorno sulle note di Alghero, scritta ispirandosi alla madre della compagna Maria Antonietta nata a Sorso, in provincia di Sassari, che l’aveva accolta come una figlia.