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11 settembre 1683, quando nella battaglia di Vienna vennero respinti gli ottomani

Non solo la tragedia delle Torri Gemelle nel 2001 e il golpe in Cile del 1973. L’11 settembre 1683 la Lega Santa respinse gli ottomani a Vienna.

11 Settembre 2021 16:0911 Settembre 2021 16:19 Redazione
battaglia di Vienna l'11 settembre 1683

Non solo l’attacco alle Torri Gemelle nel 2001 e il golpe in Cile del 1973. Tra l’11 e il 12 settembre 1683 si combatté la battaglia di Vienna con cui la Lega Santa – composta da Sacro Romano Impero, Repubblica di Venezia e Confederazione polacco-lituana guidata dal sovrano polacco Giovanni III Sobieski – respinse dalla città gli ottomani dopo due mesi d’assedio.

L’esercito ottomano del Gran Visir Kara Mustafa e l’assedio di Vienna

L’esercito di Giovanni III Sobieski ebbe la meglio sull’esercito turco guidato dal Gran Visir Kara Mustafa. La battaglia decise la guerra austro turca (1683-1699) che si concluse con la firma del Trattato di Karlowitz. Non era la prima volta che gli ottomani assediavano Vienna. La prima era stata nel 1529. In entrambe le occasioni vennero respinti, ma nel 1683 gli austroungarici riconquistarono molti dei territori da essi occupati dell’Europa orientale. L’assedio era cominciato il 14 luglio 1683 mentre la battaglia decisiva ebbe luogo l’11 settembre quando si riunirono le truppe in arrivo dalla Polonia, dalla Germania e dal resto dell’Austria. In totale si calcola che le forze europee contassero su 75 mila uomini contro i 150-200 mila dell’esercito turco che invase il Paese, anche se nei pressi della Capitale al momento ne erano rimaste solo alcune decine di migliaia.

La battaglia di Vienna e il ruolo di Marco d’Aviano

Prima dell’inizio della battaglia, l’8 settembre, Marco d’Aviano celebrò una messa nel campo allestito sul Kahlenberg (Monte Calvo). Frate cappuccino, nel 1683 Marco D’Aviano fu incaricato da papa Innocenzo XI di ricostituire la Lega Santa delle nazioni cristiane per arginare l’avanzata degli ottomani. L’unico sovrano che padre Marco non riuscì a convincere fu Louis XIV che, benché amasse fregiarsi del titolo di Re cristianissimo, non prese parte alla coalizione. La speranza del sovrano francese era che una sconfitta dell’Austria avrebbe permesso alla Francia di accrescere il proprio potere in Europa. Molti soldati francesi, però, si unirono comunque alle truppe dirette a Vienna. A guidare l’esercito della coalizione non fu Leopoldo I, imperatore d’Austria, ma il re di Polonia, unico sovrano a partecipare di persona alla battaglia. Dopo la vittoria della Lega Santa Innocenzo XI proclamò la giornata Festa del Santissimo nome di Maria, Mentre attorno alla figura di padre Marco cominciarono a fiorire racconti di miracoli e prodigi. Il cappuccino morì a Vienna nel 1699. È stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 27 aprile 2003.

La battaglia di Vienna oggi: le richieste della Fpö e l’ipotesi su bin Laden

A più di 300 anni di distanza, la battaglia di Vienna fa ancora discutere. L’11 settembre infatti riaccende in Austria lo scontro tra sinistra e l’ultradestra della Fpö che, forte dell’appoggio polacco, chiede di realizzare una statua che ricordi la “vittoria sui musulmani”. Non solo. La battaglia di Vienna potrebbe essere in qualche modo collegata al 9/11. Secondo alcune teorie al-Qaeda e Osama bin Laden scelsero proprio questa data come forma di vendetta. E perché nella storia l’11 settembre 1683 rappresenta un punto di rottura tra il mondo cristiano e quello islamico, esattamente come la battaglia di Lepanto del 1571.

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