Dieci anni fa, l’11 gennaio 2013, si spegneva Mariangela Melato, attrice che ci ha lasciato personaggi indimenticabili al cinema – come Fiore, amante di Mimì Metallurgico o la snob Raffaella Pavone Lanzetti di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (entrambi film diretti da un’altra signora del cinema italiano, Lina Wertmüller) – a teatro con L’Orestea di Eschilo per la regia di Luca Ronconi e in tv con Filumena Marturano accanto a Massimo Ranieri.

Gli studi di pittura e il lavoro da vetrinista per pagarsi i corsi di teatro
Nata il 19 settembre 1941 a Milano, studiò pittura all’Accademia di Brera pagando i corsi di recitazione di Esperia Sperani lavorando come vetrinista alla Rinascente. Nemmeno ventenne entrò nella compagnia di Fantasio Piccoli esordendo in Binario cieco di Carlo Terron Teatro Stabile di Bolzano. In seguito si formò con registi del calibro di Dario Fo (Settimo: ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo), Luchino Visconti (La monaca di Monza) e Luca Ronconi (L’Orlando furioso). Sempre a teatro si cimentò con successo nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluia brava gente.

Il debutto al cinema con Pupi Avati e la consacrazione grazie a Lina Wertmüller e Petri
Nel 1969 debuttò nel grande schermo nell’horror Thomas di Pupi Avati, e due anni dopo girò Per grazia ricevuta di Nino Manfredi. Il successo arrivò nel 1972 con il personaggio di Fiore, amante milanese di Giancarlo Giannini in Mimì metallurgico ferito nell’onore. Sempre diretta da Wertmüller e in coppia con Giannini girò gli indimenticabili Film d’amore e d’anarchia e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto. Con l’interpretazione nel film La poliziotta (1974), diretta da Steno, vinse il suo primo David di Donatello. Seppe alternare ruoli comici a parti drammatiche in film come in La classe operaia va in paradiso al fianco di Gian Maria Volonté (1971) e in Todo modo (1975) di nuovo assieme a Volonté e con Marcello Mastroianni e Ciccio Ingrassia (entrambi di Elio Petri), o in Caro Michele di Mario Monicelli, con cui vinse il secondo David e un Nastro d’Argento. Nel 1977 tornò al successo con Il gatto di Luigi Comencini, a fianco di Ugo Tognazzi con cui dividerà la scena (insieme con Jodie Foster, Gigi Proietti, Paolo Stoppa e Michele Placido) in Casotto di Sergio Citti. Seguirono La presidentessa (1977) di Luciano Salce, Saxofone (1978) di Renato Pozzetto, Oggetti smarriti (1980) di Giuseppe Bertolucci e Dimenticare Venezia (1979) di Franco Brusati, che le valse il quarto Nastro d’argento alla migliore attrice protagonista. Negli Anni 80 Melato, girò tra gli altri, Il pap’occhio di Renzo Arbore, con il quale ebbe una lunga relazione sentimentale, Flash Gordon di Mike Hodges, e poi Aiutami a sognare (1981) di Pupi Avati, con il quale vinse il suo ultimo David e Mortacci (1988), di nuovo di Sergio Citti.

Quel legame indissolubile con il teatro
Il legame con il teatro restò sempre fortissimo. Fu protagonista delle tragedie Medea (1986) e Fedra (1987) e di commedie come Il caso di Alessandro e Maria (1982) di Gaber e Luporini, Vestire gli ignudi di Pirandello (1990) e La bisbetica domata di Shakespeare (1992). Dalla fine degli Anni 90 collaborò spesso con il Teatro di Genova. Per il cinema recitò in La fine è nota (1993) di Cristina Comencini, Panni sporchi di Mario Monicelli, Un uomo perbene di Maurizio Zaccaro (1999) e Vieni via con me (2005) di Carlo Ventura. Nel 2010 fu una splendida Filumena Marturano nell’adattamento di Massimo Ranieri della commedia drammatica di Eduardo de Filippo. Tag43 la ricorda dandovi il buongiorno con una scena tratta da La classe operaia va in paradiso.