Il 10 ottobre 1963 si spegneva Édith Piaf, il passerotto di Parigi
Il 10 ottobre 1963 si spegneva Édith Piaf, il passerotto di Parigi. Tag43 vi dà il buongiorno sulle note di Mon manège à moi (Tu me fais tourner la tête).
Il 10 ottobre 1963 si spegneva Édith Piaf, il “passerotto di Parigi” (piaf, significa appunto passerotto in argot), una delle più grandi interpreti della Chanson francese tra gli Anni 30 e 60. Non solo: fu lei a lanciare la maggior parte dei suoi successori tra cui Yves Montand, Charles Aznavour, Eddie Constantine, Norbert Glanzberg, Gilbert Bécaud, Félix Marten, Georges Moustaki e Théo Sarapo.

Gli inizi da artista di strada e la morte della figlia
Édith Giovanna Gassion nacque il 19 dicembre 1915 da una famiglia di artisti di strada: il padre Louis Alphonse era contorsionista mentre la madre, Annetta Giovanna Maillard, una cantante di origini berbere. A otto anni, il padre circense la portò con sé in giro per la Francia. Narra la leggenda che davanti a un pubblico poco propenso a sborsare offerte promise che la bambina si sarebbe esibita in un doppio salto mortale pericoloso. Édit riuscì a evitarlo intonando la Marsigliese. Fu il suo debutto come cantante. A 14 anni lasciò il padre – che nel frattempo aveva avuto un’altra figlia – per vivere con l’amica Simone con cui formò un duo che si esibiva per le strade della capitale. A 17 anni conobbe Louis Dupont, suo primo compagno e padre della sua unica figlia nata nel 1933: Marcelle Carolina. La piccola però morì di meningite a soli due anni: il primo e il più grande dolore di Édith. Pochi mesi dopo venne scoperta dall’impresario e debuttò con un abito nero e una stola al Gerny’s nel 1935 sotto lo pseudonimo La Môme Piaf.

Gli amori infelici di Édith Piaf
La sua scalata al successo però ebbe inizio a partire dal 1937, quando ottenne un contratto con il Teatro dell’ABC. Durante l’occupazione tedesca di Parigi Piaf continuò a esibirsi nonostante la censura del Kommandatur con il tricolore alle spalle, cantando inni patriottici come Où sont-ils mes petits copains. Tra il 1943 e il 1944 intraprese una serie di viaggi in Germania esibendosi anche per i prigionieri francesi. Si narra che la cantante fosse riuscita a salvarne alcuni facendoli passare, grazie a documenti falsi, per suoi musicisti. Sempre nel 1944 Edith si innamorò di Yves Montand e lo lanciò nel mondo della canzone. Con Yves Montand la Piaf, oltre a duettare al Moulin Rouge, registrò C’est merveilleux tratta dal film Étoile sans lumière interpretato proprio dai due chansonnier. Il legame tra i due, però, si sciolse poco dopo l’inizio della fama di Montand. Nel 1946 scrisse le parole della celeberrima La vie en rose prima di partire per gli Stati Uniti con i Compagnons de la Chanson venendo però accolta con freddezza a differenza dei compagni di viaggio. Le cose cambiarono dopo la recensione positiva della critica Virgil Thompson. PIaf si esibì in un locale di Manhattan, il Versailles, dove fu applaudita da star mondiali come Marlene Dietrich e Orson Welles. Dopo il tragico amore con il pugile Marcel Cerdan, morto in un incidente aereo, la cantante si ammalò di artrite reumatoide e tornò nella sua Parigi. A inizio Anni 50 si legò prima all’attore Eddie Constantine, poi ai ciclisti André Pousse e Louis Gérardin. Nel 1952 si sposò con lo showman Jacques Pills da cui divorziò pochi anni dopo. Nel 1955 fu scritturata come étoile nel nuovo music hall parigino: l’Olympia. Durante una tournée, Édith conobbe un giovane italo-greco, in arte Georges Moustaki con cui instaurò un sodalizio artistico e amoroso. Moustaki compose per lei alcuni dei suoi titoli più belli, tra i quali Milord, Le gitan et la fille, Eden blues, T’es beau, tu sais e Faut pas qu’il se figure.

La rinascita aritistica con Non, je ne regrette rien
Dopo la fine della relazione e seri problemi di salute, mentre si trovava in convalescenza Piaf ricevette presso la casa nel Bois de Boulogne i compositori Charles Dumont e Michel Vaucaire che le proposero Non, je ne regrette rien che diventerà il suo marchio e segnerà la sua rinascita artistica. Piaf conobbe in quel perido il giovane Théophanis Lamboukas (Théo Sarapo) con cui si sposò il 9 ottobre 1962. L’ultima esibizione della star avvenne a marzo del 1963 all’Opéra de Lille. Dopo una broncopolmonite, la cantante si ritirò con il marito nel sud della Francia. L’ultima tappa fu a Grasse dove si spense il 10 ottobre 1963. La segretaria e confidente Danielle Bonel organizzò clandestinamente il trasporto del corpo presso Parigi, dove venne dichiarata la morte il giorno successivo. Tag43 vi dà il buongiorno sulle note di Mon manège à moi (Tu me fais tourner la tête).