Oggi 10 gennaio Rod Stewart spegne 78 candeline. Con la sua voce roca, è uno degli artisti rock di maggior successo di tutti tempi con 250 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Londinese, Rod the mod (“Rod il ribelle”), questo il suo soprannome, riuscì a sbancare anche negli States con 16 singoli entrati nei primi 10 posti della classifica Billboard Hot 100. Nel corso della sua pluridecennale carriera ha conquistato un Grammy Award nel 2005, un BRIT Award nel 1993, un American Music Award nel 1994 e due World Music Awards nel 1993 e nel 2001. Nel 2019 la rivista Billboard lo ha inserito al 15esimo posto nella classifica dei migliori cantanti di tutti i tempi, e si trova alla 49esima posizione dell’omologa classifica stilata nel 2023 da Rolling Stones. Rod Stewart nel 2007 è stato nominato Commendatore dell’Eccellentissimo Ordine dell’Impero Britannico a Buckingham Palace per i meriti e il contributo dato alla musica, nel 2016 è stato nominato Sir da Elisabetta II per la quale si è esibito anche in occasione del Platinum Party, il 4 giugno 2022.

La passione per il calcio e quella per il rock
Di origini scozzesi, da giovane sognava di diventare calciatore. Nel 1960 dopo aver lasciato la scuola, fece un provino per il Brentford, squadra che al tempo militava in Thrid Division, venendo però scartato. Appesi gli scarpini al chiodo, per mantenersi svolse diversi lavori tra cui il fattorino e persino il manovale per il cimitero di Highgate. Nel frattempo cominciò a maturare la passione per la musica, folgorato da The Girl Can’t Help It di Little Richard. Sempre agli inizi degli Anni 60 si unì con alcuni compagni di scuola al gruppo Kool Kats, passando nel 1961 nei Raider. Dal rock, Stewart si avvicinò al folk contemporaneo, britannico e statunitense, impegnandosi per il disarmo nucleare. Per questo suo attivismo venne arrestato tre volte in occasione di marce e cortei. Decenni dopo Rod Stewart rivelò che l’adesione al movimento pacifista fu motivata anche dalla speranza di conquistare le ragazze.

L’amicizia con Ron Wood e la parentesi dei Faces
Nel 1962 cominciò a collaborare con il chitarrista folk inglese Wizz Jones che lo ‘ingaggiò’ come corista nei suoi concerti europei. Nello stesso periodo venne affascinato dalla sottocultura Mod. Tornato a Londra, Stewart si unì a un gruppo rhythm and blues, i Dimensions, come armonicista e cantante secondario. Nel 1964 transitò attraverso alcuni gruppi di blues britannico, suonando con John Paul Jones (futuro bassista dei Led Zeppelin), Mick Fleetwood, Julie Driscoll, il tastierista Brian Auger. Successivamente si avvicinò a Jeff Beck, conoscendo Ron Wood, con il quale strinse un’importante amicizia. Nel 1969 il Jeff Beck Group si sciolse, e così Stewart e Wood si unirono ai Faces.

La carriera solista e il trasferimento a Los Angeles
L’esordio da solista avvenne nel 1969 con il disco An Old Raincoat Won’t Ever Let You Down. Nel 1972 fu la volta di Never a Dull Moment, che si impose al primo posto delle classifiche britanniche e al secondo di quelle statunitensi. Cominciò così un periodo d’oro per Stewart. La sua popolarità contribuì a spingere le vendite dei dischi dei Faces ancora per qualche anno, ma nel 1975 si consumò la rottura definitiva. Finita quella parentesi, Stewart si trasferì a Los Angeles dove con la Warner incise Atlantic Crossing. Il sogno californiano proseguì con Tonight’s the Night (Gonna Be Alright), singolo di punta dell’album del 1976 A Night on the Town, con cui Stewart abbandonò il rock puro per melodie più soft e romantiche per approdare alla fine del decennio al Glam Rock.

Dopo un decennio, gli 80, in cui disertò praticamente le classifiche nei 90 riconquistò un posto al sole con Vagabond Heart, e incidendo con Bryan Adams e Sting il singolo All for Love, colonna sonora del film I tre moschettieri. La voglia di ritornare alle origini rock si infranse contro il flop di When We Were the New Boys. Così i dischi successivi seguirono le strade del soul e dello swing. Nel 2007 invece uscì Still the Same… Great Rock Classics of Our Time, raccolta dei successi della storia rock degli Anni 60 e 70 che vendette circa 20 milioni di copie. Nel maggio 2013, Stewart tornò sulla scena musicale con Time, il suo 29esimo album. Anticipato dal singolo She Makes Me Happy, schizzò in testa alle classifiche britanniche tornando così sulla cresta dell’onda. Il suo ultimo disco in studio, il 32esimo, The Tears of Hercules è stato pubblicato il 12 novembre 2021. Tag43 lo festeggia sulle note della hit dance Do Ya Think I’m Sexy del 1978.