Il 10 dicembre 1967 moriva a soli 26 anni in un incidente aereo Otis Redding, una delle più celebri voci soul americane, tanto che la rivista Rolling Stone qualche anno fa lo ha piazzato all’ottavo posto nella classifica dei migliori cantanti di sempre, davanti a nomi come Bob Marley, Stevie Wonder e Freddie Mercury.
Otis Redding dal coro della chiesa al Monterey Pop Festival
Redding nacque il 9 settembre del 1941 a Dawson, in Georgia. Da piccolo cantava nel coro della Chiesa Battista di Vineville e divenne in breve tempo una celebrità locale nei concorsi per giovani talenti. Nel 1960 cominciò a suonare in giro per il Sud degli States con i Pinetoppers, incidendo i primi dischi. La prima traccia arrivò due anni dopo: These Arms of Mine, una ballata composta da Redding stesso, un successo della Volt Records, ramo della celebre etichetta Stax di Memphis. Tra le hit registrate tra il 1964 e il 1966 Mr. Pitiful, I Can’t Turn You Loose, Try a Little Tenderness, (I Can’t Get No) Satisfaction (cover del pezzo dei Rolling Stones) e Respect (in seguito grande successo di Aretha Franklin). Nel 1967 Redding si esibì alla prima edizione del Monterey Pop Festival, in California, unico rappresentante del R&B e del Soul a essere invitato alla manifestazione interamente dedicata al rock.
Il ricordo di Jim Morrison
Sempre in viaggio da una tappa all’altra, per velocizzare gli spostamenti il cantante aveva acquistato un bimotore passeggeri Beechcraft 18 su cui insieme con altri sei compagni della band Bar-Kays rimase ucciso in un incidente sul lago Monona a Madison, nel Wisconsin. Unico sopravvissuto fu il trombettista Ben Cauley. Sedici giorni dopo la morte Jim Morrison, cantante dei Doors, durante un concerto a Winterland gli dedicò un verso della canzone When The Music ‘s over, ripetendo due volte “Poor Otis dead and gone left me here to sing his song” (Povero Otis morto e andato via mi ha lasciato qui per cantare la sua canzone). Proprio il 16 dicembre 1967 Redding avrebbe dovuto aprire lo spettacolo dei Doors e fu sostituito da Chuck Berry.
(Sittin’ on) the Dock of the Bay, successo planetario
La canzone più nota di Otis Redding resta (Sittin’ on) the Dock of the Bay, registrata solo tre giorni prima della sua morte. Nel 1968, a un anno dalla scomparsa del cantante, il brano raggiunse il numero 1 della Billboard Hot 100 dove rimase per quattro settimane. La canzone, pubblicata postuma, è ancora un successo planetario. Nella colonna sonora di Top Gun (1986), vanta moltissime cover: da Tom Jones a Michael Bolton, dai Pearl Jam a Franco Battiato in Fleurs 2. Tag43 vi dà il buongiorno con la versione di (I Can’t Get No) Satisfaction di Otis Redding.