Il 1 marzo 2012 moriva Lucio Dalla

Redazione
01/03/2022

Dieci anni fa, il 1 marzo 2012, moriva a Montreux Lucio Dalla. Tag43 vi dà il buongiorno sulle note di Cara.

Il 1 marzo 2012 moriva Lucio Dalla

Il primo marzo 2012 Bologna si fermava alla notizia improvvisa della morte di Lucio Dalla. Nato nel capoluogo emiliano il 4 marzo 1943, data che diventerà il titolo di una delle sue canzoni più famose, era figlio del direttore del club di tiro a volo (“Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani…” lo ricorda in Come è profondo il mare) e della modista e casalinga Jole Melotti. Dalla era anche un nipote d’arte: suo zio Ariodante Dalla era stato un cantante molto popolare negli Anni 40 e 50.

Dall’amore per il Jazz alla carriera solista

Lucio si avvicina alla musica imparando a suonare la fisarmonica. Adolescente si innamora del Jazz e del clarinetto. Suona in vari complessi bolognesi tra cui la Rheno Dixieland Band, di cui faceva parte anche il regista Pupi Avati il quale, sentendosi schiacciato dal talento di Dalla, abbandonò presto il gruppo, cambiando strada e arte. Dai 15 ai 16 anni Dalla suona anche con Chet Baker che al tempo viveva sotto le Due Torri. Negli Anni 60 comincia a comporre le prime canzoni – Il prode invertito e Avevo un cane… adesso non ce l’ho più – continuando a suonare in alcune band tra cui i Flippers con Franco Bracardi al piano, Massimo Catalano alla tromba, Romolo Forlai a vibrafono e percussioni e Fabrizio Zampa alla batteria. Ammirando lo stile di James Brown, Dalla fa uso di una voce volutamente aspra e disarmonica, con variazioni di tono. Caratteristiche che diventeranno il suo marchio di fabbrica e lo faranno notare da Gino Paoli. Ed è proprio durante il Cantagiro 1963 che Paoli gli consiglia di intraprendere la carriera solista. A 21 anni Dalla incide il suo primo 45 giri contenente Lei (non è per me). La canzone, come raccontò lo stesso Gino Paoli, «fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni: ogni sera raccattavamo una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio, in ogni modo, si mostrò veramente un duro e non si lasciò abbattere».

Il 1 marzo 2012 moriva Lucio Dalla
Dalla allo stadio Dall’Ara di Bologna (Getty Images).

La storia di 4/3/1943 e la scure della censura

Nel 1971 Dalla torna a Sanremo proprio con 4/3/1943 scritta da Paola Pallottino conquistando il terzo posto.  In origine il brano si intitola Gesù Bambino ma interviene la censura trasformando il titolo nella data di nascita del cantante, pur non essendo il brano autobiografico. Allo stesso modo sono cambiate alcune parole: “mi riconobbe subito proprio l’ultimo mese” diventa “mi aspettò come un dono d’amore fino dal primo mese”, “giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare” si trasforma in “giocava a far la donna con il bimbo da fasciare” e infine il ritornello finale “e ancora adesso mentre bestemmio e bevo vino… per i ladri e le puttane sono Gesù Bambino” viene adattato in “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”.

Il successo di Piazza Grande e l’inizio della collaborazione con Roversi

Nel 72 esce Storie di casa mia, primo album di successo. Il disco contiene, oltre alla sanremese 4/3/1943, anche Un uomo come me, La casa in riva al mare e Itaca. Lo stesso anno Dalla è ancora sul palco di Sanremo (per la quarta volta) con Piazza Grande. Inizialmente il brano era destinato a Gianni Morandi, ma Dalla non volle rinunciarci. Un dettaglio: Piazza Grande non è Piazza Maggiore ma la più raccolta Piazza Cavour come raccontò uno degli autori Gianfranco Baldazzi. Nel 1973 Dalla termina il rapporto con i parolieri Bardotti e Baldazzi per cominciare la collaborazione, più impegnata, con il poeta Roberto Roversi. Nel 1975, anno di uscita di Anidride solforosa, Dalla partecipa al Festival del proletariato giovanile, promosso dalla rivista Re nudo, tenutosi a Milano al Parco Lambro. Negli stessi anni l’artista bolognese propone spettacoli teatrali nelle fabbriche allargando il suo pubblico. Alla fine della collaborazione con il poeta Dalla commenterà: «A un certo punto ci siamo divisi su come organizzare il nuovo lavoro: lui lo voleva in maniera estremamente rigorosa, impostata verso un approfondimento del linguaggio dei nostri lavori precedenti, per esempio lui voleva parlare ancora essenzialmente con un linguaggio politico, mentre io non ero d’accordo, perché bisognava allargare più contatti col pubblico».

i dieci anni della morte di lucio dalla
Lucio Dalla e Francesco De Gregori.

Il ‘ritiro’ alle Tremiti e il tour con De Gregori

Nel 1977 la carriera di Lucio Dalla subisce un nuovo “strappo”. Il musicista decide, nell’estate dello stesso anno, di ritirarsi alle isole Tremiti per dare vita ad un album tutto suo. Deluso dopo la fine burrascosa con Roversi, scrive Come è profondo il mare. Altro pezzo centrale dell’album è la geniale Disperato Erotico Stomp. Dopo neppure due anni nel 1979 esce un altro album capolavoro: Lucio Dalla. Tra le canzoni Anna e Marco, L’ultima luna, Stella di mare. Il successo continua con Tango al cui interno si trovano Milano, Notte e Cosa sarà, cantata con Francesco De Gregori su musica di Ron. A chiudere il disco L’anno che verrà. In mezzo c’è il 45 giri Ma come fanno i marinai, scritto e cantato in collaborazione con De Gregori e uscito nel dicembre del 1978. «La canzone», raccontò De Gregori, «forse la gente non ci crede, è nata a pranzo, quando, dopo il caffè, ci siamo messi a suonare insieme». All’album fa seguito lo storico tour Banana Republic.

I capolavori di Dalla e la nascita degli Stadio

Nel 1980 esce Dalla con gli otto brani che diventano parte del suo classico repertorio. Da Futura a Cara fino a La sera dei miracoli. E, ancora, Balla balla ballerino, Mambo e Meri Luis. Alla fine del 1981, il complesso di Lucio Dalla decide di intraprendere una carriera parallela, ufficializzando con l’uscita di un 45 giri, la nascita degli Stadio. Sempre nel 1982 Dalla firma la colonna sonora di Borotalco di Carlo Verdone. Per il lancio del film esce la canzone Grande figlio di puttana, presente anche nel primo album degli Stadio, scritta da Lucio Dalla, Gaetano Curreri e Giovanni Pezzoli che varrà ai tre artisti, nello stesso anno, il David di Donatello e il Nastro d’argento per la miglior colonna sonora originale.

Caruso, una canzone senza tempo

Nel 1986 esce l’album dal vivo DallAmeriCaruso. Unico inedito dell’album è proprio Caruso che racconta gli ultimi giorni di vita del grande tenore e regalerà al cantautore emiliano un successo straordinario. La canzone come raccontò Dalla più volte nasce da un inaspettato e intenso viaggio a Sorrento. In seguito a un guasto alla sua barca, Dalla è costretto a sostare in costiera, nello stesso hotel e nella stessa stanza dove aveva soggiornato Enrico Caruso. Il personale dell’albergo, dopo essersi trattenuto a cena con il cantautore, gli racconta della storia d’amore tra il tenore, ormai malato e non più in grado di cantare, e una giovane allieva.

La collaborazione con Gianni Morandi

Nel 1988 la collaborazione con Morandi con il disco Dalla/Morandi contenente vecchi successi dei due artisti bolognesi e alcuni inediti. La canzone di lancio Vita scritta da Mogol su musica di Mario Lavezzi, che diventa per Morandi un trampolino di lancio per tornare in vetta. Una nuova svolta nella carriera di Dalla si consuma con Cambio, disco nel 1990. È l’anno di Attenti al lupo (scritto da Ron), diventato un vero e proprio tormentone. Nel 1996 esce Canzoni che decreta la definitiva svolta pop dell’autore mentre il nuovo millennio comincia con Luna Matana, pubblicato nell’ottobre del 2001 e anticipato dal singolo Siciliano. Nel 2003 Dalla si cimenta anche nella lirica componendo la sua Tosca-Amore Disperato tratta dall’opera di Puccini.

Questo è amore: l’ultimo disco

L’8 novembre 2011, a due anni di distanza da Angoli nel cielo, esce quello che sarà l’ultimo disco pubblicato dal cantautore emiliano: Questo è amore. Il 14 febbraio ritorna sul palco del Festival di Sanremo a 40 anni dall’ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale è anche coautore. Il primo marzo 2012 il giorno dopo l’esibizione al Montreux Jazz Festival è stroncato da un infarto. Un addio che pare essere stato visto dallo stesso Dalla in Cara: «Lontano si ferma un treno / ma che bella mattina, il cielo è sereno / Buonanotte, anima mia / adesso spengo la luce e così sia». Il cantautore, infatti, è morto una mattina col cielo terso in un hotel non distante dalla stazione ferroviaria. Tag43 vi augura buongiorno proprio sulle note di questa canzone.