Il 1 dicembre 1970, durante il governo Colombo, veniva introdotta in Italia la legge sul divorzio, la cosiddetta legge Fortuna-Baslini. Una conquista che rimase in vigore anche dopo il Referendum abrogativo del 1974.
Il divorzio al cinema
Ben prima dell’approvazione della legge, il divorzio era un tema ricorrente nel nostro cinema. Basti pensare a Divorzio all’italiana di Pietro Germi del 1961. Siamo nella Sicilia Anni 60, il barone Cefalù, interpretato da Marcello Mastroianni, annoiato dalla moglie Rosalia, perde la testa per la cugina Angela di 16 anni (una splendida Stefania Sandrelli). In Italia non c’è ancora il divorzio, e così il marito traditore pensa di eliminare la moglie facendola cadere tra le braccia di un altro uomo, coglierla in flagranza di reato e ucciderla con il delitto d’onore.

Mentre Germi usa i toni della commedia, nello stesso anno Michelangelo Antonioni a Milano gira La notte, sempre con Mastroianni e Jeanne Moreau. Giovanni e Lidia sono una coppia borghese stanca e annoiata. Dopo una festa in cui provano attrazione verso altri (lui per l’enigmatica Valentina-Monica Vitti) i due si ritrovano all’alba e lei confessa di non amarlo più. «Di’ anche tu che non mi ami», «Non lo dirò mai!». Un pudore con cui si tenta di negare la fine di un amore. Sei anni dopo un altro film, questa volta commedia, torna a denunciare l’ipocrisia borghese: Ti ho sposato per allegria, di Luciano Salce con Monica Vitti e Giorgio Albertazzi. Qui la coppia, dopo un matrimonio lampo, risolve i propri problemi velocemente con un divorzio ‘riparatore’ all’estero.

La lezione di Ingmar Bergman con Scene da un matrimonio
Impossibile non citare in questa (incompleta) carrellata Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman. Realizzato in Svezia nel 1973 come serie tv, venne distribuito al cinema in versione ridotta. Il film è la cronaca della relazione Johan (Erland Josephson) e Marianne (Liv Ullmann), della fine del loro rapporto e dell’inevitabile separazione.

Nel 1978 Woody Allen ispirandosi proprio a Scene da un matrimonio, gira Interiors. L’avvocato Arthur e la decoratrice d’interni Eve si lasciano sotto gli occhi delle tre figlie ormai adulte. E mentre Arthur, a stretto giro, presenta alla famiglia la nuova compagna Pearl, Eve non riesce a risollevarsi.
Kramer contro Kramer del 1979 è un film cult del genere. Il film, premiato con cinque Oscar, comincia con la scoperta da parte di Ted Kramer (Dustin Hoffman) che la moglie Joanna (Meryl Streep) ha intenzione di lasciarlo. Grottesco e humor nero caratterizzano invece La guerra dei Roses, diretto da Danny DeVito nel 1989. Il film mette in scena il disfacimento della famiglia borghese americana – lui è Michael Douglas, lei Kathleen Turner – facendo un satira impietosa dei miti reaganiani di perfezione e successo.
Il dramma di una separazione
Una separazione tormentata dopo 30 anni di matrimonio è al centro di Le cose che non ti ho detto, film sceneggiato e diretto da William Nicholson nel 1989 e tratto dal suo stesso dramma The Retreat from Moscow, in cui Annette Bening e Bill Nighy interpretano Grace ed Edward. Una separazione di Asghar Farhadi (2011, Oscar al miglior film straniero) parte dalla fine di un matrimonio, nei fatti ma non per la legge, che costringerà i due protagonisti Nader (Peyman Moaadi) e Simin (Leila Hatami) a confrontarsi con il proprio senso morale. Sullo sfondo, il desiderio di lasciare l‘Iran e un regime oppressivo.

Infine in Storia di un matrimonio, Noah Baumbach si ispira alla propria separazione raccontando la rottura tra Charlie (Adam Driver) e Nicole Barber (Scarlett Johansson), e la guerra legale per ottenere la custodia del figlio Henry. Ed è proprio con una scena del capolavoro di Baumbach che Tag43 vi dà il buongiorno